giovedì 26 novembre 2015

JJ contro il vento

Alla letteratura per ragazzi non avevo mai dedicato molto tempo, con lo snob tipico della studentessa appena laureata, presa a districarsi tra postmoderno, destrutturazione del testo et similia. Poi il mio lavoro mi ha portato, per forza di cose, a prendere in esame anche questo tipo di racconti. JJ contro il vento ne è un esempio interessante. L'autore e il suo libro ci portano alla scoperta di una realtà, come quella della riserva indiana di Pine Ridge, in Sud Dakota, spesso poco indagata a scuola nelle ore di storia e attuale nei contenuti di denuncia sociale , per la condizione in cui versano gli indiani nelle riserve. Il protagonista è un eroe buono, che nonostante le avversità in cui vive non si lascia andare ad atteggiamenti sbagliati. Il racconto è ricco di colpi di scena e si delinea come romanzo di formazione, in cui JJ matura grazie ai consigli di un vecchio saggio e alle prove a cui la vita lo sottopone, pur così giovane. E' anche la storia di un'amicizia che nasce tra la scuola e la prateria. Già, perché la prateria è l'altra grande protagonista, con il vento e la sua immensità. Il limite che emerge è una divisione, nel microcosmo del racconto, tra buoni e cattivi, con un lieto fine che accontenta tutti, ma i personaggi sono ben delineati nei loro comportamenti e alla fine ci si ritrova a tifare per i buoni, JJ in testa, e a gioire quando qualcosa di positivo per la riserva, alla fine, accade. 
Una notazione a parte meritano i nomi degli indiani, che hanno il profumo dell'infanzia e della fantasia, e ancora mi risuonano nella testa.

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